La sezione mondiale offre una lettura integrata del Global Report on Internal Displacement 2025 e del Global Detention Project Annual Report 2025. A fine 2024 risultano 83,4 milioni di persone ancora sfollate, con 20,1 milioni di nuovi movimenti per conflitti e 45,8 milioni per disastri naturali. Vengono illustrati gli epicentri principali - Sudan, Repubblica Democratica del Congo, Palestina/Gaza, Myanmar, Libano - e analizzati i legami tra conflitti, clima e sicurezza. La seconda parte esamina l’espansione della detenzione amministrativa, con l’esempio del Messico (780.000 detenzioni nel 2023, inclusi 113.000 minori) e i casi di India, Giappone e Polonia, insieme ai modelli di esternalizzazione (Australia-Pacifico, Regno Unito-Ruanda, Italia-Albania) e alle questioni di trasparenza e diritti.
La sezione si conclude con alcune raccomandazioni orientate a prevenzione, soluzioni durature per gli sfollati interni, trasparenza nella detenzione e condizionalità sui diritti nelle cooperazioni migratorie.
La sezione regionale analizza la mobilità nel Pacifico, dove tre traiettorie si intrecciano: apertura di canali regolari verso Australia e Nuova Zelanda, espansione dei programmi di lavoro stagionale e spostamenti indotti dal clima. Per l’Australia, il programma PALM resta centrale, accanto a iniziative come la Falepili Mobility Pathway con Tuvalu e la Pacific Engagement Visa; la Nuova Zelanda aggiorna l’RSE e introduce nuovi visti stagionali. Si descrivono i casi di Nauru, Figi e altre isole, con riferimento a piani di rilocalizzazione interna, rimesse e partecipazione femminile.
La sezione nazionale riguarda il Messico, che nel 2025 vede cambiare flussi e politiche in seguito alle nuove relazioni con gli Stati Uniti: calano gli attraversamenti irregolari, cresce l’asilo, si riducono le rimesse. Il Paese consolida il doppio ruolo di luogo d’asilo e contenimento, con un’agenda che intreccia sicurezza, diritti e inclusione.




