Aggiornamento sulle sfide climatiche a seguito della COP27

Marco Zupi
Approfondimento n. 198 per l'Osservatorio di Politica Internazionale
Data: 
2023

A novembre del 2022, a distanza di un anno dalla COP 26 di Glasgow che aveva lasciato molte più ombre e dossier aperti che luci e risposte all’altezza delle aspettative, si è svolta la 27a sessione della Conferenza delle Parti (COP 27) sotto la presidenza dell’Egitto, a Sharm el-Sheikh.

La COP 27 ha generato non meno malcontenti delle precedenti, soprattutto tra i Paesi in via di sviluppo, le Organizzazioni della società civile e i movimenti giovanili per la giustizia climatica in Occidente. Solo due sono i significativi risultati che sono stati raggiunti con gli accordi siglati a conclusione della COP 27, che ha richiesto quasi due giorni extra di lavoro per siglare lo Sharm el-Sheikh Implementation Plan: (i) è stato istituito il fondo per le perdite e i danni richiesto dai Paesi vulnerabili, ma non si è andati più in là di ciò, evitando di entrare nel merito del suo funzionamento, delle regole, dei finanziamenti e dei tempi di attuazione; (ii) è stato riaffermato l’impegno generico a limitare l’aumento della temperatura globale a 1,5 gradi Celsius entro il 2030.

La presente nota illustra gli specifici risultati della COP 27, fornendo aggiornamenti rispetto alla situazione ereditata all’indomani della COP 26 di Glasgow di un anno prima e offrendo alcuni elementi di riflessione sulla situazione molto difficile dell’agenda e, più in generale, della governance globale sui cambiamenti climatici.

In un contesto dominato dalla polarizzazione geopolitica acuita alla guerra in Ucraina e da una tensione crescente tra Stati Uniti e Cina, la strada per il cambiamento appare, purtroppo, ancora lunga e i negoziati sui tanti dossier aperti sono rimandati alla COP 28 di Dubai, alla fine del 2023, senza che ci siano al momento segnali incoraggianti per il superamento dell’impasse

Lingua documento: 
Italiano