Le sfide del Forum Cina-Africa 2021

Marco Zupi
Approfondimento n.182 per l'Osservatorio di Politica Internazionale
Data: 
2021

L’ottava edizione del Forum sulla cooperazione Cina-Africa (FOCAC) programmato a settembre 2021 a Dakar (Senegal), ha un’importanza particolare nell’attuale contesto internazionale, perché tutti i recenti eventi, dallo scoppio della pandemia in poi, obbligano a ripensare approcci, strategie e priorità per i prossimi anni: e questo vale anche nel caso del partenariato tra Cina e Africa, un continente di naturale interesse geopolitico ed economico per l’Europa, che osserva con preoccupazione la crescente e pervasiva influenza cinese nel continente.

La Cina si è affermata come il primo partner commerciale dell’Africa, ma anche come fonte principale di investimenti diretti esteri e di finanziamenti a credito per la costruzione di infrastrutture critiche. In Occidente si levano spesso critiche alla strategia cinese:

- perché la Cina mantiene un surplus commerciale annuale strutturale con l’Africa di oltre 20 miliardi di dollari, esportando prodotti finiti mentre importa materie prime;

- perché alimenta la spirale del debito estero africano chiedendo come garanzie asset strategici dei Paesi (petrolio, infrastrutture critiche,…);

- perché le aziende di stato o parastatali cinesi dominano il mercato delle gare di appalti in Africa;

perché manca trasparenza negli accordi che accompagnano il piano d’azione del FOCAC;

- perché la politica cinese ritarda o rallenta il processo di democratizzazione in nome del pragmatismo con cui separa politica da business e offre una sponda a regimi non democratici e alle élite africane per rafforzare le reti clientelari, le posizioni politiche e massimizzare l'arricchimento personale soprassedendo su principi e condizionalità come la libertà e i diritti umani.

Tuttavia, non sono da sottovalutare alcuni aspetti peculiari del partenariato sino-africano, come la natura speciale di un partenariato tra Paesi comunque in via di sviluppo, la straordinaria crescita delle relazioni economico-finanziarie dell’Africa con la Cina e la capacità che ha solamente la Cina di mettere a disposizione ingenti risorse finanziarie e umane come nessun altro global player. Soprattutto, se a seguito della pandemia da Covid-19 sono venuti più chiaramente alla luce dei nodi strutturali del partenariato, a cominciare dall’aggravamento della condizione di insostenibilità del debito estero, si tratta spesso di realtà che non interessano solo e soprattutto la Cina ma anche l’Occidente, corresponsabile di relazioni asimmetriche e incapaci di generare sostenibilità e sviluppo.

Se il governo cinese intende rafforzare e rinnovare in modo sempre più ambizioso il partenariato sino-africano, le controparti africane paiono incapaci di definire e imporre un’agenda africana, dettare le priorità e centrare il partenariato su temi e sfide centrali per il continente.

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