Le principali sfide in campo per i negoziati sul clima

Marco Zupi
Approfondimento n. 138 per l'Osservatorio di Politica Internazionale
Data: 
2018

Il 2018 si presenta come un anno cruciale per l’agenda sui cambiamenti climatici, in quanto quest’anno si dovrà concretizzare la natura degli impegni, a fronte di una situazione che registra, in termini fattuali, l’aumento delle concentrazioni medie di diossido di carbonio in atmosfera (ben oltre la soglia delle 400 parti per milione) e l’aumento delle temperature stagionali sul pianeta, cioè sulla superficie terrestre e degli oceani. A fine 2017, la Conferenza delle Parti COP23, tenuta a Bonn sotto la presidenza di turno delle Isole Figi, ha avuto un carattere soprattutto tecnico e si è concentrata su un tema chiave dell’Accordo di Parigi, quale il finanziamento per le politiche di adattamento nei PVS da parte dei paesi industrializzati.  Se la COP23 non si è distinta per la sua valenza politica o l’assunzione di decisioni chiave, rimandando alla COP24 del dicembre 2018, il contesto attuale presenta alcune ombre, a cominciare dallo scarso attivismo del paese ospitante nel 2018, la Polonia. Varsavia, infatti, è tradizionalmente legata al carbone come fonte energetica e si è posta a capo delle posizioni di “retroguardia” in seno all’Unione Europea circa maggiori impegni sul fronte della decarbonizzazione dell’economia. Inoltre, pesa come un macigno il disimpegno del Presidente degli Stati Uniti che, a giugno del 2017, ha ufficialmente comunicato la decisione di ritirare gli Stati Uniti dall’Accordo di Parigi. A fronte di questo atteggiamento, si sono distinte la Francia, annunciando di voler rilanciare l’Accordo, organizzando l’One Planet Summit il 12 dicembre 2017, e più in generale l’Unione Europea, che mira a legittimarsi come protagonista e riferimento mondiale della transizione verso un’economia verde, al pari della Cina. A fianco di un quadro che mira ad un maggiore coinvolgimento, in termini di finanziamenti, del settore privato, molte organizzazioni della società civile lamentano il rischio di accordi troppo blandi e poco vincolanti rispetto all’esigenza urgente di invertire la rotta sugli squilibri climatici in atto.  Per queste ragioni il 2018 è un anno cruciale. È previsto che siano fissate le regole condivise in termini di mitigazione, adattamento e supporto fornito o ottenuto (il cosiddetto “Rule Book”) e per questa ragione dall’inizio dell’anno sono in corso “dialoghi di facilitazione tra le Parti", con una serie di appuntamenti nei prossimi mesi volti ad affrontare i temi politici irrisolti e che sfoceranno nella COP24 di dicembre.

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