Articolo di Viktor Elbling

Italia e Germania, insieme in Europa

Il 2020 si prospetta come un anno intenso per i rapporti italo-tedeschi: dal primo luglio in poi, la Germania avrà la presidenza del Consiglio Ue, eventualmente preceduta da consultazioni bilaterali a livello intergovernativo. Insieme ai nostri partner europei, con l’Italia in prima fila, affronteremo questioni cruciali come le future relazioni con la Gran Bretagna, il dossier migratorio ed il futuro set-up finanziario dell’Ue. In più ricorderemo insieme i 30 anni di riunificazione tedesca, i 65 anni del trattato italo-tedesco di reclutamento di manodopera, i 70 anni delle relazioni diplomatiche tra i nostri Paesi ed i 250 anni dalla nascita di Ludwig Van Beethoven, genio musicale che compose “l’Inno alla gioia”, che secoli dopo è diventato l’inno europeo.

Partendo proprio dal capitolo più buio della nostra storia comune, l’atroce occupazione nazista che finì 75 anni fa in quel 25 aprile con la liberazione dell’Italia. È tutt’altro che scontato che l’odio e il risentimento con il passare degli anni abbiano ceduto il passo a una profonda amicizia tra l’Italia e la Germania che oggi si esprime in più di 400 gemellaggi tra comuni italiani e tedeschi e milioni di contatti a livello personale con più di 800.000 residenti italiani in Germania. Quest’amicizia è un grande e prezioso dono che dobbiamo custodire e alimentare.

Dal 1945 in poi abbiamo intrapreso un cammino di amicizia e fiducia in un’Europa unita. Il sogno di Altiero Spinelli di un’Europa liberale e aperta ci ha dato pace e benessere per decenni. La strada percorsa dai pionieri dell’unificazione europea come Alcide De Gasperi e Konrad Adenauer appare oggi come un progetto incredibilmente coraggioso. L’Italia in questo cammino ha svolto un ruolo determinante e continua a svolgerlo. L’Europa ha bisogno dell’Italia. Senza un’Italia attivamente europea e propositiva non possiamo portare avanti insieme il progetto europeo. 75 anni dopo la fine della guerra, la lezione non può che essere questa: dobbiamo tutelare e portare avanti quanto abbiamo raggiunto - pace, fiducia, solidarietà e unità.

Se oggi nazionalisti e populisti svalorizzano quest’Europa, l’Italia e la Germania devono opporsi con determinazione e porre con altrettanta determinazione le basi per il futuro di un’Europa forte e coesa in un contesto globale, purtroppo sempre più incerto e turbolento. Uno Stato, una Nazione non è più in grado di influire da sola sulle sfide globali. In un mondo sempre più caratterizzato da interdipendenze, dobbiamo uscire dai gusci nazionali.

Come Germania, siamo convinti che l’Europa non abbia altra scelta che quella di farsi più forte e più capace di agire. Per un’Europa più unita, occorre rafforzarci in diversi settori:

La politica socio-economica e finanziaria: tutti i 19 membri della zona euro hanno tratto grandi vantaggi dalla moneta unica e dal mercato interno unico. Tuttavia, esistono sensibili divergenze economico-sociali. Perciò occorrono più sforzi per combattere la disoccupazione giovanile e per affrontare il divario sociale nell’Ue, un maggiore impegno dell’Ue nella lotta al dumping sociale e fiscale, ed un sostegno più forte alle riforme strutturali. Poi ci vogliono maggiori investimenti, per esempio nella trasformazione digitale e nella ricerca e lo sviluppo per mantenere l’alto livello della nostra competitività industriale nel mondo. Insieme all’Italia continueremo a impegnarci per un ordine economico internazionale basato su regole comuni, senza minacce di sanzioni e dazi doganali.

L’immigrazione: con l’accordo di Malta abbiamo fatto un notevole passo in avanti per un maggiore coordinamento dei flussi migratori nel Mediterraneo centrale. Quest’accordo è stato raggiunto anche grazie alla proficua collaborazione tra i Ministri Lamorgese e Seehofer. Ora dobbiamo “allargare il cerchio” con più Paesi membri Ue. E dobbiamo lottare con maggiore efficacia contro le cause degli esodi forzati, e al tempo stesso migliorare la protezione dei confini esterni. In tutto questo, vediamo un’ampia convergenza con il governo italiano. E dobbiamo mantenere aperte le frontiere all’interno dell’Europa. Schengen è una delle maggiori realizzazioni dell’integrazione europea ed è sinonimo di libertà per i cittadini dell’Europa.

Ambiente ed economia sostenibile: il Green Deal come proposto dalla Commissione Europea prevede che l’Europa raggiunga la neutralità ambientale entro il 2050. Per raggiungere questo obiettivo molto ambizioso, occorre una profonda trasformazione industriale, ambientale ed economica che deve vedere in prima fila Italia e Germania come primi paesi industriali dell’Ue.

La Politica estera europea: il mondo di oggi è diventato infinitamente più complesso rispetto ai tempi della cortina di ferro. Ci troviamo di fronte a problemi che non si possono più risolvere che con una vera governance globale. Penso per esempio alla sfida epocale del cambiamento climatico. Inoltre, in Siria, in Libia – e dunque a poche centinaia di chilometri dalle coste europee – sono ancora in atto guerre civili con forti influenze esterne. Poche settimane fa, alla Conferenza sulla Libia di Berlino, insieme all’Italia ed altri partner siamo arrivati a un accordo di massima che prevede un cessate il fuoco permanente, un embargo sulla vendita di armi, nessuna ingerenza o sostegno militare da parte di paesi stranieri, e l’avvio di un dialogo politico. Anche se la situazione continua ad essere molto fragile, è stato un importante passo avanti. La Libia così come altri conflitti, dalla Siria all’Ucraina, ci insegna che dobbiamo far valere il peso dell’Europa. Dobbiamo essere più coraggiosi, più ambiziosi e dobbiamo dimostrare una più forte volontà di agire da protagonisti in politica estera.

Quest’anno festeggiamo i 30 anni della riunificazione tedesca. Questo evento e il suo contesto ci insegna che un vero progresso non può essere compiuto unilateralmente: dipendiamo gli uni dagli altri. Per tutto ciò, la Germania è fortemente radicata nell’Unione Europea. Non illudiamoci: non ci sono risposte facili a quesiti difficili in un mondo che sta cambiando con grande rapidità. Ma se vogliamo che la voce europea conti in un mondo dove le certezze di una volta ormai non valgono più, dobbiamo rafforzare l’Unione Europea.

In questo scenario, l’Italia per la Germania è un partner strategico. L’Italia e la Germania hanno la responsabilità di cooperare strettamente per un’Europa più forte e unita. La Germania e l’Europa hanno bisogno di un’Italia proattiva che diventi di nuovo protagonista in Europa. Mi auguro che in futuro vedremo più iniziative italo-tedesche in Europa, in stretta cooperazione con la Francia come triangolo dei grandi Paesi fondatori, dalla riforma del sistema europeo comune d'asilo alla cooperazione sul clima in vista della COP26. Dopo la recente Brexit, il momento per più cooperazione tra Italia e Germania in Europa è proprio adesso!