Taccuino latinoamericano n. 22

Il numero 22 del Taccuino Latinoamericano è dedicato alle tensioni geopolitiche, alle riforme sociali e ai cambiamenti economici che attraversano la regione.

L’attacco statunitense a siti nucleari iraniani ha provocato condanne diffuse in America Latina, con l’eccezione di Argentina e Paraguay, che si sono allineati a Washington. Le pressioni USA su Cuba portano le Bahamas a sospendere la cooperazione sanitaria con l’isola, mentre alcuni governi caraibici denunciano ingerenze nei propri sistemi sanitari.

In Costa Rica, l’uccisione dell’ex ufficiale nicaraguense Roberto Samcam, rifugiato politico, alimenta il timore di operazioni repressive oltreconfine da parte del governo Ortega. Intanto, El Salvador rafforza il proprio ruolo carcerario: il carcere CECOT ospita anche migranti detenuti trasferiti dagli Stati Uniti. Honduras ed Ecuador valutano accordi simili, seguendo un modello securitario sempre più diffuso.

In Cile, Jeannette Jara vince le primarie della coalizione governativa e sarà la candidata progressista alle presidenziali di novembre. In Colombia, una riforma del lavoro amplia i diritti dei lavoratori digitali e reintroduce la giornata di otto ore, mentre la proposta di un’Assemblea Costituente lanciata da Petro accende il dibattito.

Sul piano economico, l’Ecuador riapre il catasto minerario, tra critiche per l’esclusione delle comunità indigene. In Messico, una nuova legge riconosce i rider come dipendenti, mentre il Cile approva un aumento progressivo del salario minimo, destinato a diventare il più alto della regione.

A Roma si tengono due eventi EU–LAC sul dialogo birregionale. Il ministro Tajani conferma il sostegno all’accordo UE–Mercosur e annuncia una conferenza Italia–America Latina per ottobre.