Taccuino latinoamericano n. 20
Il panorama politico e sociale dell’America Latina e dei Caraibi si presenta particolarmente denso in questa fine di maggio. In Brasile è stata smantellata una rete di spionaggio russa legata al GRU: agenti vivevano sotto falsa identità per infiltrarsi in Occidente, con operazioni che coinvolgono intelligence di vari Paesi.
Sul fronte interno, l’Argentina vede il trionfo di Javier Milei a Buenos Aires, tra disinformazione dilagante e un’affluenza elettorale ai minimi storici. In Bolivia il partito al governo, il MAS, si frantuma, mentre l’opposizione punta al ballottaggio. In Venezuela, la bassa partecipazione e le divisioni tra oppositori permettono al chavismo di conquistare quasi tutti i seggi. Prosegue intanto la deriva autoritaria in El Salvador e Nicaragua: Bukele introduce la “Legge sugli Agenti Stranieri” per colpire ONG e dissidenti, mentre Ortega revoca la doppia cittadinanza agli esuli, riducendo ulteriormente i diritti civili.
Dal punto di vista economico, cresce la preoccupazione per l’introduzione di una tassa statunitense sulle rimesse, che potrebbe colpire duramente le economie centroamericane. Il Fondo Monetario Internazionale prevede stagnazione e inflazione persistente nella regione, seppure con alcune eccezioni.
Sul piano della sicurezza, a Città del Messico due collaboratori della sindaca Clara Brugada sono stati assassinati in pieno giorno, aumentando la tensione nella capitale.
Infine, sul fronte delle relazioni internazionali, il Ministro degli Esteri italiano Antonio Tajani è in visita in Messico per rafforzare i legami economici e istituzionali, mentre il Sottosegretario Giorgio Silli si trova tra i Caraibi e l’Ecuador con l’obiettivo di rilanciare il dialogo politico ed economico con la regione.