Le principali sfide per l’attuazione dell’Agenda 2030 in America Latina e Caraibi

Marco Zupi, Dario Conato
Date: 
2017

L’Agenda 2030 rappresenta una sfida ambiziosa per l’America latina e Caraibi, ma al contempo ineludibile, interrogando le diverse dimensioni dello sviluppo e degli squilibri strutturali, sul piano economico, sociale e ambientale della regione.

Le sfide che i paesi della regione hanno oggi davanti sono sostanzialmente due: modernizzare la struttura produttiva anche ricorrendo a investimenti pubblici di natura strategica e costruire processi di integrazione a livello regionale e sub-regionale capaci di confrontarsi con i grandi blocchi economici mondiali.

Permangono tuttavia profonde contraddizioni in società in cui migliorano le condizioni delle fasce più povere ma aumenta a dismisura il divario sociale fra ricchi e poveri. In queste condizioni, la crescita delle grandi organizzazioni criminali dedite alla produzione e al traffico di droga, la gestione della prostituzione, il commercio di armi e di esseri umani, si intreccia con la disperazione dei settori più emarginati.

La costruzione di un’agenda transnazionale di lotta alla violenza e alla criminalità è una necessità riconosciuta da tutti i governi della regione. Lo sviluppo sostenibile delle società latinoamericane richiede un approccio complesso ai temi della crescita che tenga insieme tematiche legate alla sostenibilità ambientale, all’equità di genere, all’inclusione sociale delle grandi fasce di popolazione oggi ai margini della modernizzazione, e all’inclusione politica e culturale delle popolazioni indigene.

La crescita economica che l’America Latina e i Caraibi hanno sperimentato negli ultimi dieci anni è stata accompagnata da un aumento dei flussi di migratori intra-regionali, per effetto soprattutto delle differenze nella performance economica dei diversi paesi e della maggiore integrazione economica promossa da vari accordi sub-regionali.

Fra il 2009 e il 2012, i migranti da America Latina e Caraibi sono stati circa 6,5 milioni, pari al 7 per mille della popolazione dei paesi di origine, a fronte di un valore medio mondiale di 4 per mille.

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