Focus Migrazioni Internazionali - luglio-settembre 2017

Marco Zupi, Alberto Mazzali
Focus n. 30 per l'Osservatorio di Politica Internazionale
Date: 
2017

La prima sezione del Focus è dedicata alla descrizione e analisi dei dati pubblicati in estate dalle Nazioni Unite nel World Population Prospects: The 2017 Revision (Rapporto sulla popolazione mondiale 2017). In particolare, sono analizzate e illustrate le tendenze demografiche globali, guardando al confronto tra continenti ed esaminando i casi più particolari di paesi le cui tendenze si discostano maggiormente da valori medi e che avranno un peso preponderante nella composizione della popolazione mondiale dei prossimi decenni. Viene poi approfondito il quadro delle migrazioni, provando a contestualizzare in un quadro mondiale l’emergenza che ha scosso e scuote l’Europa in relazione agli sbarchi dei richiedenti asilo. È illustrata l’evoluzione dei tassi netti di migrazione a livello mondiale, soffermandosi più in particolare sui paesi più popolosi e su quelli di origine delle principali nazionalità dei richiedenti asilo sbarcati in Europa nel 2017.

La sezione regionale è dedicata alle tendenze demografiche e migratorie in Africa. Vengono identificati i paesi che si discostano dalle tendenze prevalenti e sono messe a confronto le traiettorie demografiche tra i paesi con più alta crescita demografica in Africa e l’Italia. Ne escono ridimensionate le preoccupazioni circa una bomba demografica inarrestabile in Africa, guardando anche il fenomeno della transizione demografica in quel continente in una prospettiva di lunghissimo periodo. Allo stesso tempo, si evidenziano i casi di paesi che hanno ritardato l’avvio della contrazione del tasso di crescita demografico, in particolare il Niger. I dati e le serie storiche presentati confermano la necessità di non parlare di Africa come un tutto omogeneo, alla luce delle differenze che occorre cogliere anche in termini di crescita economica. La sezione si chiude esaminando i dati relativi ai paesi con saldi migratori netti più squilibrati, enfatizzando – nel caso di quelli con maggiori tassi di emigrazione netta - una coincidenza solo parziale coi paesi di origine dei principali flussi di richiedenti asilo di oggi. 

Myanmar, stretto fra subcontinente indiano, Cina e Indocina, è da decenni teatro di conflitti etnici e solo dal 2010 è progressivamente riemerso da un lungo periodo di isolamento e soppressione di diritti umani e politici. Dopo la caduta della dittatura militare al governo dal 1962, il paese ha iniziato un faticoso percorso di ricostruzione istituzionale e riapertura economica, segnato da contraddizioni e questioni irrisolte e con sensibili ripercussioni sulla mobilità umana interna e verso l’estero. Le difficoltà nella composizione dei conflitti intracomunitari che dal 1948 interessano molte aree del paese e la recrudescenza delle violenze nella regione nordoccidentale del Rakhina, che ospita la numerosa comunità musulmana dei Rohingya, sono fra le cause principali dei recenti movimenti forzati di popolazione e di seri problemi di ordine umanitario. Agli spostamenti di profughi generati dai conflitti si aggiungono ondate di rifugiati ambientali dalle regioni che negli ultimi anni sono state colpite da catastrofi naturali, mentre sono in crescita le migrazioni interne e con l’estero legate all’evoluzione del quadro sociale, del sistema economico e dei rapporti internazionali che ha seguito i cambiamenti istituzionali ed il ritorno alla democrazia.

Document language: 
Italian