Il ruolo dell’Italia nell’attuazione dell’Agenda Donne, Pace e Sicurezza
L’Agenda Donne, Pace e Sicurezza (Women, Peace and Security, WPS) costituisce da ormai un quarto di secolo un pilastro fondamentale della politica internazionale. Gli Stati, le organizzazioni intergovernative multilaterali e la società civile costruiscono pratiche, adottano norme ed attuano piani d’azione volti a promuovere la partecipazione delle donne e delle ragazze ai processi di prevenzione, gestione e risoluzione dei conflitti, nonché la protezione dei loro diritti in contesti di conflitto e post-conflitto.
Nel quadro internazionale attuale, caratterizzato da molteplici situazioni di crisi in ogni parte del mondo – conflitti armati, disuguaglianze, emergenze climatiche – l’esperienza dell’Italia nell’adozione e attuazione del V Piano d’Azione Nazionale (PAN) su “Donne, Pace e Sicurezza” (2025-2029) rappresenta un esempio virtuoso di capacità di tradurre l’Agenda WPS delle Nazioni Unite in politiche pubbliche coerenti, verificabili e orientate all’impatto. In un sistema internazionale contrassegnato da un numero elevato e diffuso di conflitti - ai massimi storici dalla fine della Seconda Guerra Mondiale - e da un progressivo ampliamento del loro carattere transnazionale, l’azione italiana, così come delineata nel V PAN, integra la sicurezza umana, i diritti fondamentali, il ruolo attivo e significativo delle donne e delle ragazze nei processi decisionali in materia di pace e sicurezza all’interno del più ampio impegno per la democrazia e lo Stato di diritto. Nel solco dei quattro Piani pluriennali precedenti, il nuovo Piano, incardinato nel Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, aggiorna gli indirizzi strategici definiti in precedenza, razionalizza le azioni, rafforza il rapporto strutturale con la società civile e consolida strumenti di formazione, prevenzione e protezione nei contesti di conflitto e post-conflitto.[1]
La cornice normativa dell’Agenda WPS, delineata mediante l’adozione della Risoluzione 1325 (2000) da parte del Consiglio di Sicurezza e progressivamente corredata ed attualizzata da ulteriori risoluzioni, ha definito un paradigma olistico in cui prevenzione dei conflitti, partecipazione femminile, protezione dalla violenza e reintegrazione post-conflitto sono visti come elementi fondanti della sicurezza collettiva. In tale prospettiva, la dimensione di genere non è un’appendice dei processi di pace bensì un fattore di efficacia e sostenibilità delle soluzioni politiche.[2] L’impegno italiano, avviato sin dai primi anni successivi al lancio dell’Agenda WPS, si è tradotto in un progressivo affinamento dei meccanismi di coordinamento interministeriale, nonché nel sostegno a iniziative di capacity building rivolte a istituzioni partner e organizzazioni della società civile e al personale civile e militare impegnato in missioni e operazioni all’estero. Il V Piano cristallizza tali pratiche e ne amplia la portata, collegandole con obiettivi misurabili, indicatori e risultati attesi, in conformità agli standard internazionali e alle buone pratiche europee[3]
L’attualità strategica del Piano emerge con chiarezza se rapportata all’evoluzione dei conflitti in corso. Secondo i principali indici globali in uso, il numero di Stati nei quali vige una condizione di pacifica stabilità è drasticamente diminuito, registrandosi al contempo un aumento sia dell’intensità, sia della diffusione geografica dei teatri di conflitto armato. Il Global Peace Index (GPI) 2025[4] documenta un’ulteriore contrazione della pace a livello globale, contando 56 conflitti attivi, e individuando una crescita dei Paesi coinvolti in conflitti extraterritoriali (attualmente 92). Lo stesso indice rileva che i decessi legati ai conflitti hanno raggiunto i massimi livelli negli ultimi trent’anni, con un’incidenza preponderante delle ostilità in Ucraina e a Gaza nel 2023-2024.[5] Questi dati mostrano altresì un incremento degli eventi di violenza politica e del rischio per i civili, nonché la moltiplicazione degli attori armati non statali e l’ibridazione delle minacce tradizionali che si arricchiscono di nuove forme di coercizione.[6] In parallelo, il Women, Peace and Security Index 2023/24, pubblicato dal Georgetown Institute for Women, Peace and Security in collaborazione con il Peace Research Institute Oslo (PRIO) Centre on Gender, Peace and Security[7], mostra come i progressi globali in materia di inclusione, giustizia e sicurezza delle donne restino diseguali: pur registrandosi un miglioramento medio del 3% tra il 2017 e il 2023, le donne nei Paesi in conflitto subiscono arretramenti significativi in termini di sicurezza personale, partecipazione politica e accesso alle risorse.[8] Si delinea quindi un contesto nel quale l’Agenda WPS si pone come un fondamentale strumento operativo per la mitigazione dei danni, la resilienza sociale e la prevenzione delle ricadute post-belliche. In tale scenario, la protezione dei civili, la lotta alla violenza sessuale e di genere nei conflitti, la partecipazione delle donne ai negoziati e ai meccanismi di monitoraggio degli accordi divengono fattori non negoziabili di efficacia delle politiche di sicurezza.
L’azione del MAECI attraverso il V Piano si propone di collegare l’azione diplomatica multilaterale, la programmazione della cooperazione allo sviluppo, i contributi a soggetti privati per iniziative di tutela dei diritti umani, il mantenimento della pace e la formazione specialistica.[9] Sul piano multilaterale, l’Italia continua a sostenere la piena attuazione delle risoluzioni del Consiglio di Sicurezza in materia di WPS e a promuovere nelle sedi ONU, UE, NATO, OSCE, l’integrazione sistematica della prospettiva di genere nei mandati delle missioni e nelle attività programmatiche. A tutto ciò si aggiunge l’Agenda Giovani, Pace e Sicurezza, sancita dalla risoluzione 2250 (2015) del Consiglio di Sicurezza e delle successive risoluzioni 2419 e 2545, che ha introdotto una prospettiva intergenerazionale destinata a intrecciarsi con quella di genere in tutti i processi multilaterali.[10] Sul piano operativo, la Direzione Generale per gli Affari Politici e di Sicurezza del MAECI pubblica avvisi per contributi destinati a soggetti privati italiani e organizzazioni internazionali, con finalità connesse al mantenimento della pace, alla protezione dei diritti umani e all’attuazione dell’Agenda WPS; tali linee di finanziamento fungono da moltiplicatore di impatto e da strumento di inclusione della componente non governativa, favorendo il radicamento locale delle iniziative e la loro sostenibilità. Contestualmente, le organizzazioni intergovernative internazionali e le organizzazioni non governative si impegnano nella promozione di normative e prassi conformi agli standard internazionali su prevenzione, contrasto e sanzionamento delle violenze sessuali connesse ai conflitti, nonché sulla partecipazione paritaria ai processi di pace e di ricostruzione istituzionale.[11]
La componente formativa, nella tradizione italiana, trova una valida espressione nel Centro di Eccellenza per le Unità di Polizia di Stabilità (CoESPU) dell’Arma dei Carabinieri a Vicenza[12], che eroga percorsi specifici sull’integrazione della prospettiva di genere nelle operazioni di peacekeeping e stabilizzazione. Tali programmi, realizzati in partenariato con iniziative internazionali di capacity building, consentono di sviluppare competenze operative, di gestione e accountability del personale impiegato in missioni di polizia internazionale, con particolare attenzione alla protezione dei civili e alla prevenzione e risposta alla violenza sessuale legata ai conflitti. L’azione formativa rafforza la catena di responsabilità, valorizza l’interazione con le comunità locali e contribuisce a costruire un ethos professionale improntato al rispetto dei diritti umani e alla maggior tutela dei soggetti più esposti. [13]
Sul versante interno, il CIDU assicura il coordinamento interministeriale e la partecipazione strutturata della società civile all’attuazione del V PAN, garantendo che questa sia sorretta da indicatori, benchmark e strumenti di rendicontazione periodica. La continuità istituzionale, testimoniata dalle relazioni al Parlamento e dai progress report dei precedenti Piani, ha consentito di sedimentare una prassi di valutazione e apprendimento che il V PAN assume come precondizione metodologica: definire obiettivi realistici e misurabili; integrare la dimensione di genere in tutte le fasi del ciclo del progetto; assicurare trasparenza e accountability mediante la pubblicazione dei risultati e la consultazione regolare degli attori. In questo quadro, la diplomazia italiana valorizza il ruolo delle reti femminili e delle attiviste locali, riconoscendo che la legittimazione sociale dei processi di pace passa per l’effettiva inclusione delle donne nei luoghi decisionali, nei comitati di monitoraggio, nei meccanismi di giustizia transnazionale e nelle riforme del settore della sicurezza.[14] Non va poi dimenticato il ruolo svolto dalle reti di mediazione, come la Rete delle Donne Mediatrici del Mediterraneo (MWMN), lanciata su iniziativa italiana nel 2017, che contribuiscono a radicare l’Agenda WPS anche in ambito formativo e di mediazione.[15]
L’orizzonte di medio periodo del V PAN si interseca con una serie di nessi tematici che determinano le condizioni di sicurezza e di pace nel XXI secolo.
Tra questi, il nesso tra cambiamento climatico, pace e sicurezza è uno dei più importanti: le crisi climatiche agiscono da moltiplicatore di rischi, aggravando l’insicurezza alimentare e inasprendo la competizione per risorse idriche ed energetiche. Gli effetti sono differenziati per genere e colpiscono in modo sproporzionato donne e ragazze che affrontano barriere strutturali nell’accesso a terre, credito, formazione, protezione sociale e partecipazione politica. Una politica estera sensibile alla prospettiva di genere deve dunque integrare la dimensione climatica nella programmazione della cooperazione e nelle iniziative di prevenzione: ciò si traduce in sostegno a soluzioni locali resilienti, nell’empowerment economico femminile in filiere verdi e nella promozione di approcci di sicurezza umana che includano la gestione partecipativa delle risorse naturali e la mediazione comunitaria. L’interlocuzione con i partner multilaterali consente inoltre di canalizzare risorse verso iniziative di early warning climatico, rafforzando le capacità nazionali e locali di preparazione e risposta, e includendo obiettivi ed indicatori sensibili al genere nelle strategie di adattamento e mitigazione.[16]
Un secondo nesso riguarda la citata Agenda “Giovani, Pace e Sicurezza”, che il V PAN italiano Donne, Pace e Sicurezza incardina in una logica intergenerazionale. L’esperienza internazionale mostra come la promozione della leadership giovanile e femminile nei processi di prevenzione dei conflitti, di mediazione e di ricostruzione sociale accresca la legittimazione degli accordi e amplifichi gli effetti di lungo periodo della pace. La convergenza fra le Agende WPS e YPS – pur nate in contesti e da imperativi diversi - suggerisce di predisporre percorsi di formazione, mentoring e accesso alle decisioni che siano realmente inclusivi, contrastando i divari digitali e promuovendo un ecosistema informativo affidabile, capace di resistere alla disinformazione che, nelle crisi, colpisce in modo mirato le donne e le ragazze attiviste e negoziatrici di pace. La diplomazia pubblica e culturale, veicolata dalla rete delle sedi all’estero, assume anch’essa un ruolo importante, favorendo scambi, borse di studio e piattaforme di dialogo in grado di inserire la nuova generazione di leader nei circuiti multilaterali e regionali.[17]
In termini di metodo, il MAECI ha maturato prassi di avvisi pubblici e di partenariati che coniugano rigore amministrativo e flessibilità operativa, quest’ultima essenziale in contesti volatili. La definizione chiara di ambiti ammissibili, criteri di selezione e metriche di monitoraggio assicura che i progetti finanziati contribuiscano in modo verificabile agli obiettivi dell’Agenda WPS.[18] Al contempo, la filiera formativa - che coinvolge anche i Corpi Civili di Pace, istituto sperimentale la cui valenza come strumento di politica estera viene riconosciuto nel contesto dell’impegno italiano per l’Agenda Giovani, Pace e Sicurezza - consente di sedimentare competenze e di diffonderle tra i partner, specialmente in aree tradizionalmente prioritarie per la politica estera italiana quali il Mediterraneo allargato, l’Africa e i Balcani occidentali.[19]
Proiettando lo sguardo al futuro, la piena attuazione dell’Agenda WPS a livello globale potrà misurarsi su tre direttrici. La prima concerne la capacità di prevenire e contrastare la violenza di genere connessa ai conflitti mediante meccanismi di accountability politica. La seconda riguarda la trasformazione dei processi di pace, che dovranno incorporare sin dalle fasi preliminari la partecipazione significativa delle donne, delle ragazze e delle organizzazioni femminili, superando la prassi di inclusioni tardive e simboliche. La terza attiene alla resilienza istituzionale e comunitaria: in contesti segnati da crisi complesse, la costruzione di istituzioni inclusive e responsabili è possibile solo se le riforme del settore sicurezza e della giustizia transizionale sono progettate e valutate con ottiche di genere, e se si investe nella leadership femminile e giovanile sia nei centri urbani sia nelle aree rurali. Tali linee d’azione richiedono risorse, continuità politica e cooperazione fra partner che condividano la medesima visione della sicurezza umana, fondata sulla dignità della persona e sulla legalità internazionale.
L’Italia, attraverso il MAECI, il tessuto accademico e la società civile, dispone delle risorse diplomatiche e tecniche necessarie per svolgere al meglio il ruolo guida che le viene riconosciuto. La credibilità accumulata nella promozione del diritto internazionale e dei diritti umani, il patrimonio di dialogo multilaterale, la capacità di mobilitare strumenti di cooperazione e formazione e l’appartenenza a tutte le organizzazioni europee e transatlantiche fanno del nostro paese un attore in grado di favorire convergenze, coordinare risposte e diffondere standard. L’attuazione del V PAN offrirà l’occasione per rafforzare l’impatto territoriale nei progetti, ampliare la partecipazione delle donne nei processi di decisione, mediazione e negoziato e testare nuovi strumenti di prevenzione basati su dati, inclusi quelli che derivano dall’analisi dei rischi climatici e degli indicatori di allarme precoce.
In ultima istanza, la piena realizzazione dell’Agenda Donne, Pace e Sicurezza non costituisce soltanto un obbligo internazionale, ma la condizione per costruire una pace giusta e durevole: una pace che non sia mera sospensione delle ostilità, bensì ricostruzione di fiducia, di cittadinanza inclusiva e di istituzioni capaci di rappresentare tutti, a partire da chi più di altri ha subito gli effetti della guerra.
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[1]Comitato Interministeriale per i Diritti Umani – MAECI, V Piano d’Azione Nazionale su Donne, Pace e Sicurezza 2025-2029, Roma, 6 agosto 2025. Disponibile su: https://cidu.esteri.it/wp-content/uploads/2025/08/V-PAN-DPS-2025-2029_FINAL.pdf
[2] United Nation Security Council, Res. 1325 (2000), disponibile su: https://digitallibrary.un.org/record/426075?v=pdf
[3] Comitato Interministeriale per i Diritti Umani – MAECI, V Piano d’Azione Nazionale su Donne, Pace e Sicurezza 2025-2029, Roma, 6 agosto 2025. Disponibile su: https://cidu.esteri.it/wp-content/uploads/2025/08/V-PAN-DPS-2025-2029_FINAL.pdf
[4] Institute for Economics and Peace, Global Peace Index – 2024 (INDICATORI E METODOLOGIA), Sydney, giugno 2024; Vision of Humanity, GPI 2024- Mappe e dati chiave, disponibile su: https://www.economicsandpeace.org/wp-content/uploads/2024/06/GPI-2024-web.pdf
[5]Institute for Economics and Peace, Global Peace Index -2025, Sydney, giugno 2025. Disponibile su: https://www.economicsandpeace.org/wp-content/uploads/2025/06/GPI-2025-web.pdf
[6] ACLED; Conflict Index (metodologia) e Conflict Index Result – July 2024 (trend globali 2023-2024: +15% eventi di violenza politica; esposizione ai conflitti pari ad un settimo della popolazione mondiale). Disponibile su: https://acleddata.com/series/acled-conflict-index
[7] Peace Research Institute Oslo (PRIO), The Women, Peace and Security Index 2023/24: Key Fundings. Disponible su: https://gps.prio.org/publications/1371
[8] Georgetown Institute for Women, Peace and Security, Key Fundings from Revised WPS Index Estimates 2017-2023. Disponibile su: https://giwps.georgetown.edu/
[9] CISL; Notizia su V PAN e Avviso contributi MAECI 2025. Disponibile su: V Piano d’Azione Nazionale su Donne Pace e Sicurezza e Avviso per contributi MAECI 2025 | CISL
[10] United Nations Security Council, Resolution 2250 (2015). Disponibile su: https://digitallibrary.un.org/record/814032
[11] MAECI – Direzione Generale per gli Affari Politici e di Sicurezza, Avviso di pubblicità per contributi a soggetti privati per iniziative di pace, sicurezza e diritti umani, luglio 2025. Disponibile su: https://www.esteri.it/mae/resource/atti_concessione/CM_23872.pdf
[12] CoESPU – Arma dei Carabinieri, Center of Excellence for Stability Police Units – Missione e attività. Disponibile su: https://www.carabinieri.it/arma/coespu
[13] CoESPU – Arma dei Carabinieri, “Gender protection in UN Peace Operations”.
[14] CIDU – Relazioni al Parlamento sui precedenti Piani d’Azione Nazionali Donne, Pace e Sicurezza. Disponibile su: https://cidu.esteri.it/it/attivita/donne-pace-sicurezza/ ; https://www.cidu.esteri.it/relazioni-parlamento
[15] Rete delle Donne Mediatrici del Mediterraneo, Homepage, https://womenmediators.net/
[16] Georgetown Institute for Women, Peace and Security, https://giwps.georgetown.edu/wp-content/uploads/2024/02/GIWPS-WPS-Index-Climate-Brief.pdf
[17] Department of Political and Peacebuilding Affairs, Women Peace and Security (WPS) and Youth, Peace and Security (YPS): Complementarities of the two agendas. Disponibile su: https://peacemaker.un.org/sites/default/files/document/files/2022/09/wps-yps-complementarities-final.pdf
[18] Comitato Interministeriale per i Diritti Umani – MAECI, V Piano d’Azione Nazionale su Donne, Pace e Sicurezza 2025-2029, Roma, 6 agosto 2025. Disponibile su: https://cidu.esteri.it/wp-content/uploads/2025/08/V-PAN-DPS-2025-2029_FINAL.pdf
[19] MAECI – Direzione Generale per gli Affari Politici e di Sicurezza, Avviso di pubblicità per contributi a soggetti privati per iniziative di pace, sicurezza e diritti umani, luglio 2025. Disponibile su: https://www.esteri.it/mae/resource/atti_concessione/CM_23872.pdf