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VENTOTENE SEGNI UN NUOVO INIZIO

di Piero Fassino

In tempi di sovranazionalita' e interdipendenza globale i vertici tra Capi di Stato e di Governo appartengono alla normale ordinarietà della vita politica internazionale. E non di rado il grado di concretezza di molti summit è assai labile e le loro conclusioni spesso disattese. Tuttavia non tutti i vertici sono uguali e quello promosso a Ventotene dal Premier Renzi con la Cancelliera Merkel e il Presidente Hollande non può certo essere ricondotto a un ordinario incontro di lavoro. Il vertice - che da seguito all'incontro trilaterale di Berlino del luglio scorso - cade infatti nel momento più critico della vita dell'Unione Europea, stretta tra una crisi economica che continua, un'emergenza emigrazione che non conosce soste, un'euroscetticismo che  - rilanciato da Brexit - guadagna consensi in molti Paesi,  un'instabilità in tutte le aree di confine - dall'Ucraina alla Turchia, dal Medio Oriente al Mediterraneo - e un'insidia terrorista che diffonde dolore, panico e angoscia. Uno scenario che ha pesanti riflessi in molti paesi europei. Il Regno Unito ha scelto un'altra strada. La Spagna non riesce a disincagliarsi dalla paralisi politico-elettorale. Crisi economica e immigrazione spingono molte opinioni pubbliche - dall'Austria alla Danimarca - a rinchiudersi. E nelle nazioni dell'est si afferma sempre di più una visione dell'UE più come utile erogatore di fondi, che come la casa comune di una nuova identità.

Insomma, l'Europa è sempre di più di fronte alla necessità di ripensarsi e rifondare su basi nuove il processo di integrazione. Ed è su Germania, Italia e Francia che oggi grava la responsabilità di dare impulso a un "nuovo inizio". Non già perché Italia e Francia siano immuni da problemi, essendo anzi entrambe afflitte da una crescita troppo bassa. E la stessa Germania vive tassi di sviluppo inferiori ai suoi normali standard.

Ma questi sono i tre grandi Paesi fondatori e su di loro per lungo periodo si è retta l'Unione. E' ampiamente riconosciuto il ruolo del l'asse franco-tedesco nel guidare  il cammino europeo, dagli accordi Adenauer-De Gaulle al patto Mitterrand-Kohl su euro e unificazione tedesca. Ma, ancorché spesso misconosciuta, non meno decisiva e' stata l'intesa tra Germania e Italia, fondata sulla comune appartenenza ideale e culturale delle due più forti Democrazie Cristiane del continente che, governando ininterrottamente per decenni i rispettivi paesi, contribuirono in maniera decisiva alla costruzione europea e alla sua stabilità. Tant'è che i rapporti forti e costanti di consonanza  tra Italia e Germania si indebolirono con l'estinzione della DC italiana e soltanto il prestigio personale di Carlo Azeglio Ciampi e di Romano Prodi presso la leadership tedesca consentì all'Italia di non essere esclusa dal nucleo dei fondatori dell'euro.

Oggi un "nuovo inizio" non può che partire dalla capacità dei tre leader di trovare intese sui nervi scoperti: una flessibilità finanziaria vissuta non come deroga, ma come l'avvio di una politica economica finalizzata a rilancio degli investimenti, crescita e lavoro; una gestione dell'emergenza migratoria che dia effettiva applicazione al Migration Compact e al piano Junker 2 per lo sviluppo del Mediterraneo; una comune azione su Siria e Libia e l'avvio di forme di "cooperazione strutturata permanente" in materia di difesa e sicurezza (prevista dall'art 42.6 del Trattato); un percorso di coraggiosa riforma delle istituzioni comunitarie per superare il deficit democratico che le affligge. Certo, su ciascuno di questi dossier c'è molta tela da tessere. Ma un impegno forte e condiviso dei tre Leader rappresenterebbe quel forte salto di qualità con cui tutti i Governi europei sarebbero chiamati a misurarsi, offrirebbe al Parlamento Europeo l'occasione di ritrovare lo spirito costituente che - proprio sotto l'impulso di Altiero Spinelli - ebbe dopo la prima elezione diretta, solleciterebbe la Commissione Europea a uscire dalle sue troppe burocratiche e formali rigidità e, infine, chiamerebbe i partiti europei ad avviare da subito le idee-forza per una nuova Europa e i programmi da sottoporre ai cittadini alle elezioni europee del 2019.

Pubblicato sull'Unità il 21 agosto 2016